USA raggiunge nuovi massimi storici. Attesa per riunione del FOMC, PIL, utili, inflazione e occupazione
Titolo del giorno che acquisterò oggi 29 luglio 2025
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Causale: analisi del titolo del giorno (29 luglio 2025)
Nella giornata di ieri, le azioni hanno chiuso in rialzo, e sia l’S&P che il Nasdaq hanno toccato nuovi massimi storici. Ciò significa che l’S&P è salito per sei giorni consecutivi, mentre il Nasdaq ha registrato rialzi in cinque delle ultime sei sedute. In effetti, il Nasdaq è aumentato in dieci delle ultime undici giornate di contrattazione.
La notizia, diffusa domenica, dell’accordo commerciale firmato tra Stati Uniti e Unione Europea — che ha evitato una potenziale guerra commerciale — è stata accolta con entusiasmo dai mercati. Sebbene i guadagni di ieri siano stati modesti, l’importanza di un’intesa tra i due principali partner commerciali non può essere sottovalutata.
Questo accordo segue quello concluso la scorsa settimana con il Giappone, quinto partner commerciale degli Stati Uniti.
Tuttavia, si avvicina rapidamente la scadenza del 1º agosto. I negoziati proseguono anche con Messico e Canada, rispettivamente il secondo e il terzo partner commerciale.
Nel frattempo, i colloqui con la Cina — quarto partner commerciale — continuano questa settimana a Stoccolma, in Svezia. In questo caso, però, la scadenza non è prevista prima del 12 agosto.
Questa sarà una settimana particolarmente intensa dal punto di vista economico e finanziario.
Sul fronte economico, mercoledì è atteso l’annuncio del FOMC. Sebbene non ci si aspetti un taglio dei tassi da parte della Fed in questa occasione, gli operatori seguiranno con attenzione eventuali segnali di un possibile intervento nella prossima riunione di settembre, o eventualmente in quella successiva di ottobre. Con due tagli dei tassi ancora previsti nel corso dell’anno e solo quattro riunioni rimanenti (compresa quella di mercoledì), ciò implica che metà degli incontri residui dovrebbero concludersi con una riduzione dei tassi.
Sempre mercoledì sarà pubblicata la stima preliminare del PIL relativo al secondo trimestre. Il primo trimestre aveva registrato una contrazione dello 0,5%, dovuta in larga parte a un’ondata di importazioni negli Stati Uniti, conseguenza delle politiche tariffarie: un incremento delle importazioni rispetto alle esportazioni incide negativamente sul calcolo del PIL. Per il secondo trimestre, però, si prevede una crescita del 2,5%, dato che, se confermato, dovrebbe fugare definitivamente i timori infondati di una recessione.
Giovedì sarà invece pubblicato l’indice PCE (Personal Consumption Expenditures), indicatore d’inflazione privilegiato dalla Fed.
Venerdì, infine, sarà diffuso il consueto rapporto mensile sull’occupazione, di cruciale importanza per i mercati.
Come è noto, la Fed ha un duplice mandato: garantire la piena occupazione e mantenere la stabilità dei prezzi, ovvero contenere l’inflazione. Entro la fine della settimana, avremo dunque un quadro aggiornato sull’andamento di entrambi questi indicatori.
Abbiamo però già alcuni segnali incoraggianti. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato i progressi ottenuti sul fronte dell’inflazione. Nonostante le preoccupazioni circa un possibile rialzo dovuto ai dazi, l’inflazione è in realtà diminuita negli ultimi mesi. Per quanto riguarda l’occupazione, Powell ha dichiarato: «L’economia è in una posizione solida, il tasso di disoccupazione rimane basso e il mercato del lavoro è al massimo o quasi».
Anche sul fronte degli utili si preannuncia una settimana intensa: ben 845 aziende pubblicheranno i risultati nel corso dei prossimi giorni, tra cui altri quattro titoli dei cosiddetti “Magnificent 7”. In particolare, Microsoft e Meta renderanno noti i propri dati mercoledì dopo la chiusura dei mercati, mentre Apple e Amazon lo faranno giovedì, sempre a mercati chiusi.
Se i risultati societari, i dati sull’inflazione e quelli sull’occupazione dovessero superare le aspettative, è possibile che i mercati azionari proseguano la loro corsa verso nuovi massimi.
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