📉 Il Dow Jones sale dell’1% nella settimana mentre la tecnologia crolla
Mercati USA • Settimana contrastata • Rotazione fuori dal tech
Le persistenti preoccupazioni legate all’intelligenza artificiale hanno finito per prevalere sull’entusiasmo generato dal taglio dei tassi di venerdì 12,
spingendo le azioni a ritrarsi dai massimi storici. Nonostante ciò, i principali indici chiudono la settimana con risultati contrastanti.
📊 Chiusura di giornata
- NASDAQ: –1,69% (quasi 400 punti) → 23.195,17
- S&P 500: –1,07% → 6.827,41
- Dow Jones: –0,51% (circa 245 punti) → 48.458,05
Entrambi gli indici (Dow e S&P 500) sono così arretrati rispetto ai massimi storici raggiunti giovedì.
📅 Bilancio settimanale
- NASDAQ: –1,7%
- S&P 500: –0,6%
- Dow Jones: +1%
È chiaro che i flussi di capitale stanno uscendo dal settore tecnologico,
poiché i recenti report sugli utili hanno riacceso i timori degli investitori sulle valutazioni legate all’intelligenza artificiale.
🧩 I titoli che hanno zavorrato il tech
Così come Oracle (ORCL) aveva appesantito il settore tecnologico nella giornata di giovedì,
oggi il ruolo di principale zavorra è stato ricoperto da Broadcom (AVGO).
Il colosso dei chip e delle soluzioni software per infrastrutture è crollato di oltre l’11% venerdì 12,
nonostante un report trimestrale complessivamente positivo pubblicato giovedì sera.
Broadcom ha persino dichiarato di attendersi un raddoppio su base annua del fatturato dei semiconduttori per l’intelligenza artificiale nel primo trimestre,
fino a 8,2 miliardi di dollari.
Nel caso di Oracle, le ragioni della vendita sono state piuttosto chiare: l’aumento della spesa in conto capitale continua a innervosire gli investitori.
Broadcom, invece, presenta fondamentali solidi, e proprio per questo un calo dell’11% è apparso particolarmente sorprendente.
Non a caso, anche molti titoli del settore dei semiconduttori hanno chiuso la giornata in territorio negativo.
🔍 Perché AVGO ha perso così tanto?
Ritengo che il calo di Broadcom sia legato soprattutto all’attenzione degli investitori sul rischio di compressione dei margini.
Il segmento dell’intelligenza artificiale, pur crescendo rapidamente, presenta infatti una redditività inferiore,
che rischia di offuscare risultati robusti in termini di ricavi, utili e previsioni.
🧭 Sguardo alla prossima settimana
Le preoccupazioni sull’intelligenza artificiale tendono a riemergere ciclicamente sul mercato e, nella maggior parte dei casi, sono seguite da nuovi acquisti.
Tuttavia, per chi spera in un rally di fine anno, un periodo prolungato di incertezza sul più grande trend di mercato dai tempi di Internet non è certo l’ideale.
Inoltre, la prossima settimana si preannuncia ricca di potenziali catalizzatori.
Il governo sta ancora cercando di recuperare terreno dopo il più lungo shutdown della storia, e martedì è atteso il rapporto sulle buste paga non agricole di novembre.
L’ultimo dato disponibile, relativo a settembre (poiché ottobre è stato saltato), mostrava un incremento di 119.000 posti di lavoro,
più del doppio rispetto alle attese. Tuttavia, per il nuovo report le aspettative sono decisamente più caute.
Particolare attenzione andrà inoltre riservata al rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (IPC), in uscita giovedì 18.
L’ultimo dato aveva evidenziato un’inflazione ancora ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed,
pur risultando leggermente inferiore alle previsioni.
La Federal Reserve ha appena effettuato il terzo taglio consecutivo dei tassi basandosi su dati parziali, a causa dello shutdown,
e non ha mostrato grande entusiasmo nel proseguire il ciclo di allentamento, accennando soltanto a un’ulteriore riduzione nel 2026.
Per questo motivo, tutti i dati macroeconomici della settimana saranno cruciali per orientare le aspettative sulla prossima mossa della Fed.