La Fed accende la miccia: ecco perché il Rally di Natale potrebbe essere appena iniziato
Tassi giù di 25 punti base, mercati in festa e small cap alla guida del movimento
Il mercato detesta le sorprese, soprattutto sotto Natale, e infatti le azioni sono esplose al rialzo di ieri dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di 25 punti base, esattamente come previsto.
Il sollievo si è trasformato in entusiasmo:
- Dow Jones: +1,05% (quasi +500 punti) → 48.057,75
- S&P 500: +0,67% → 6.886,68
- NASDAQ: +0,33% (+77 punti) → 23.654,16
- Russell 2000: +1,3% → nuovo massimo a 2.559,61
Le small cap hanno guidato il movimento: la riduzione dei tassi alleggerisce immediatamente la pressione del debito e migliora le condizioni di finanziamento, favorendo le aziende più piccole e più indebitate.
Il messaggio di Powell: meno “falco” del previsto
Questo terzo taglio consecutivo era fondamentale per evitare una correzione pesante. Ma ciò che ha davvero sostenuto i mercati è stato il tono moderato di Powell.
Ecco i tre punti chiave:
- Ha previsto un solo taglio nel 2026… ma nessun rialzo.
- È apparso meno aggressivo rispetto ai timori della vigilia.
- Gli investitori interpretano la sua prudenza come un segnale che i tagli continueranno l’anno prossimo, indipendentemente da quanto dichiarato ufficialmente.
Inoltre, la Fed tornerà ad acquistare Treasury a breve scadenza, con 40 miliardi di dollari di acquisti già programmati per venerdì.
Questo aggiunge ulteriore liquidità al sistema.
Rally di Babbo Natale: ora il percorso è libero
Con il catalizzatore principale alle spalle, i rialzisti hanno una strada spianata verso nuovi massimi:
- Il NASDAQ è a soli 1,5% dal record storico.
- Dow Jones e S&P 500 sono a meno dell’1% dai loro massimi assoluti.
La domanda ora è:
arriverà qualche notizia imprevista a rompere il momentum o il rally ci accompagnerà fino al 2026?
In assenza di sorprese dal mondo dell’intelligenza artificiale, le probabilità giocano a favore del secondo scenario.
Focus titolo: Oracle (ORCL)
Uno dei titoli più discussi del 2025 è certamente Oracle.
- A settembre ha guadagnato oltre +35% grazie a prospettive forti sull’espansione del business cloud e AI.
- Successivamente ha restituito buona parte dei guadagni, complice il livello elevato del debito, che rende gli investitori più sensibili al contesto dei tassi.
Risultati Q2 fiscale (pubblicati ieri sera):
- EPS +38% oltre le stime
- Ricavi a 16,06 mld, leggermente sotto le attese (–0,6%)
- RPO (Remaining Performance Obligation) +440%
Nonostante questi numeri, il titolo è crollato dell’11% nell’after hours.
Motivo? I massicci investimenti nell’AI continuano a dividere gli investitori tra chi vede una crescita esplosiva e chi vede rischi finanziari.
Conclusione
Il taglio dei tassi era la tessera decisiva del puzzle.
Ora tutti gli occhi sono puntati su:
- la traiettoria dei tassi nel 2026,
- la tenuta della crescita economica,
- la volatilità del settore AI.
Per il momento, però, il mercato ha ciò che desiderava: visibilità, prudenza e liquidità.
E questo, storicamente, è un mix perfetto per un Santa Claus Rally.