Marco Bernasconi – 12 aprile 2025
In un contesto di mercati così volatili, se ritenete complicato gestire attivamente una parte dei vostri investimenti, desidero informarvi che esiste la possibilità di affidare il proprio capitale a gestori esperti, attraverso strumenti sicuri, trasparenti e a gestione passiva, come ad esempio il PAMM.
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Un'opportunità di gestione professionale, pensata per chi desidera affidarsi a mani esperte.
Ciononostante, il mercato ha scelto di guardare avanti:
Abbiamo appena chiuso una delle settimane più folli degli ultimi tempi. Dopo un avvio drammatico, i principali indici hanno messo a segno un rimbalzo impressionante, registrando una delle performance settimanali migliori degli ultimi anni. Ma attenzione: nonostante la ripresa, siamo ancora sotto i livelli pre-"Liberation Day", il giorno in cui si è scatenata la tempesta della guerra commerciale con la Cina.
Il NASDAQ ha chiuso la settimana in rialzo del 7,3%, recuperando gran parte del crollo dell’11,1% della settimana precedente. L’S&P 500 è salito del 5,7%, mentre il Dow Jones ha guadagnato quasi il 5%. Gran parte di questo slancio è arrivato mercoledì, quando il Presidente Trump ha scioccato i mercati annunciando una sospensione di 90 giorni delle tariffe reciproche su molti Paesi.
Ma il contesto resta altamente volatile e instabile. Proprio venerdì, la Cina ha alzato i dazi sulle merci statunitensi dal 84% al 125%, e si teme possa anche intervenire sulla propria valuta. A questo si aggiunge un dato che non può essere ignorato: la fiducia dei consumatori, secondo il sondaggio dell’Università del Michigan, è crollata da 57 a 50,8 nel mese di aprile. E questo prima ancora dell’annuncio della pausa sulle tariffe.
Il NASDAQ è salito del 2,06% venerdì, guidato da:
- Apple (+4,1%)
- NVIDIA (+3,1%)
- Alphabet (+2,8%)
L’S&P 500 ha guadagnato l’1,81%, chiudendo a 5363,36.
Il Dow Jones ha messo a segno un +1,56%, tornando sopra i 40.000 punti.
A dare una spinta ulteriore sono stati anche i dati sull’inflazione. Il PPI di marzo è sceso dello 0,4% (contro un atteso +0,2%), mentre l’inflazione annuale è al 2,7% (ben al di sotto delle stime). Questo conferma il rallentamento già evidenziato dal CPI del giorno precedente.
Tuttavia, i consumatori non sono convinti di questo “raffreddamento”: le aspettative d’inflazione a un anno sono salite al 6,7%, e quelle a lungo termine (5-10 anni) al 4,4%. Dati che potrebbero cambiare col tempo, ma che oggi riflettono sfiducia e paura.
Nel frattempo, è iniziata la stagione delle trimestrali, e le prime reazioni sono state contrastanti:
- JPMorgan (JPM) ha superato le attese con un utile in crescita del 9,7% e ricavi record, chiudendo a +4%.
- Morgan Stanley (MS) ha battuto le stime e guadagnato l’1,4%.
- Wells Fargo (WFC) ha deluso e perso quasi l’1%.
La stagione degli utili ci dirà se le aziende sono davvero pronte a gestire l’impatto della guerra commerciale, o se il consenso sugli utili va rivisto al ribasso.
Prossima settimana: occhi puntati su Goldman Sachs (GS) lunedì, e Johnson & Johnson (JNJ), Bank of America (BAC) e Citigroup (C) martedì. Da lì potremo capire se la fiducia tornerà… o se prevarrà di nuovo il panico.
La mia strategia in momenti come questo rimane sempre la stessa: osservare con lucidità, evitare di reagire impulsivamente e prepararsi ad agire con decisione quando i prezzi offrono valore. La volatilità estrema è ciò che crea le occasioni migliori — ma solo per chi ha sangue freddo e disciplina.
Auguro a tutti buon trading.
E come dico sempre: diffida dagli eccessi, e nei momenti in cui i mercati hanno paura… il trader saggio è il momento che acquista.
Marco Bernasconi