Oracle travolge Wall Street: numeri da rock star e un futuro da mille miliardi
📊 Titolo del giorno che acquisterò oggi 11 settembre 2025
🚨 Sta per arrivare un titolo che può sorprendere tutto il mercato. E io sono pronto a prenderlo.
📚 Dettagli dell’analisi
Titolo del giorno: oggi 11 settembre 2025
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Causale: analisi del titolo del giorno (oggi 11 settembre 2025)
Oggi ho scelto un titolo che potrebbe sorprendere ancora una volta il mercato.
Parliamo di un’azienda americana poco conosciuta al grande pubblico, ma che negli ultimi mesi ha visto le sue azioni più che triplicare di valore dopo due trimestri consecutivi con risultati superiori alle attese.
👉 Perché è così interessante?
- Fornisce soluzioni di connettività ad alte prestazioni, indispensabili per data center, cloud e intelligenza artificiale.
- Ha già tra i suoi clienti giganti come Microsoft e Amazon.
- Sta crescendo a ritmi impressionanti: +273% di fatturato annuo nell’ultimo trimestre.
📈 Non solo: le previsioni sugli utili sono state riviste al rialzo del +35% e l’azienda sta diversificando rapidamente la sua base clienti.
Con la corsa globale all’intelligenza artificiale e la necessità di connessioni sempre più veloci ed efficienti, il suo ruolo diventa centrale.
💡 La tecnologia che produce è più efficiente, più sostenibile e più performante rispetto agli standard attuali, e sta già diventando la scelta preferita nei data center di nuova generazione.
🚀 In altre parole: siamo davanti a un titolo che ha già dimostrato la sua forza, ma che secondo me ha ancora molto potenziale davanti.
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In base alle attuali normative (come il Regolamento Europeo MiFID II, le linee guida ESMA e la normativa Consob), le mie analisi non sono in alcun modo da intendersi come sollecitazione all’investimento o consulenza personalizzata.
Il loro unico scopo è formativo, e hanno l’obiettivo di mostrare le mie personali tecniche, strategie e motivazioni operative.
Non fornisco raccomandazioni operative, ma condivido ciò che faccio per i miei investimenti personali. Su richiesta esplicita, posso farvi conoscere come opero e perché, sempre nell’ambito della formazione.
Oracle travolge Wall Street: numeri da rock star e un futuro da mille miliardi
L’intelligenza artificiale accelera, l’inflazione rallenta e arrivano nuove chiusure record
Le azioni hanno perso slancio ieri, nonostante il calo dei dati sull’inflazione e il rinnovato entusiasmo per l’IA. Due dei principali indici, tuttavia, hanno comunque archiviato la sessione con una nuova chiusura record.
L’S&P 500 è salito dello 0,30% a quota 6532,04, mentre il Nasdaq ha guadagnato un modesto 0,03% (circa sei punti) portandosi a 21.886,06. In controtendenza, il Dow Jones è scivolato dello 0,48% (circa 220 punti) fermandosi a 45.490,92. Per il Nasdaq si tratta della terza chiusura record consecutiva, mentre l’S&P 500 ha segnato nuovi massimi storici per due sedute di fila.
Con la probabilità di un taglio dei tassi nella prossima settimana fissata al 100% secondo il CME FedWatch Tool, non servivano ulteriori stimoli. Eppure sono arrivati dall’indice dei prezzi alla produzione (PPI). I prezzi all’ingrosso, infatti, sono diminuiti dello 0,1% nel mese, a fronte di un aumento previsto dello 0,3%. Anche la variazione annua, +2,6%, è risultata inferiore alle attese (+3,3%).
Molto più spettacolare è stata però la vicenda di Oracle (ORCL), che ieri ha messo a segno un balzo del 36% dopo quello che considero “il rapporto sugli utili dell’anno”. Nonostante dati inferiori alle stime per fatturato e utile, l’azienda ha comunicato che i suoi obblighi di performance rimanenti (RPO) per il primo trimestre sono cresciuti del 359%, raggiungendo i 455 miliardi di dollari. Inoltre ha annunciato quattro contratti multimiliardari e un incremento straordinario dei ricavi da database multi-cloud con Amazon (AMZN), Alphabet (GOOGL) e Microsoft (MSFT), cresciuti addirittura del 1529%.
Tutto ciò lascia intuire che il boom dell’intelligenza artificiale sia soltanto agli inizi.
Il rapporto Oracle ha acceso anche altri titoli del settore semiconduttori: Broadcom (+9,8%), NVIDIA (+3,9%), Taiwan Semiconductor (+3,8%) e AMD (+2,4%).
Oggi uscirà l’indice dei prezzi al consumo (CPI), che solitamente suscita maggiore attenzione del PPI. Nell’ultima rilevazione, l’inflazione mensile era cresciuta dello 0,2% (in linea con le attese), mentre quella annua si era attestata al 2,7%, leggermente sotto il previsto 2,8%. Pur non diminuendo più rapidamente come un tempo, l’inflazione continua comunque a non mostrare impennate dovute ai dazi.
Le stime per l’uscita odierna indicano un +0,3% mensile e un +2,9% annuo; anche il “core” dovrebbe crescere dello 0,3%. Se i dati saranno in linea, il mercato potrebbe reagire con entusiasmo; al contrario, un’inflazione più alta potrebbe riaccendere i timori di stagflazione.
Personalmente mi aspettavo forti movimenti anche dopo le precedenti pubblicazioni del CPI, ma la reazione era stata piuttosto contenuta. Vedremo cosa accadrà domani: l’adattamento resta la chiave.
In definitiva, le azioni avevano tutte le ragioni per salire ieri: il sorprendente outlook di Oracle ha trascinato il settore tecnologico e il PPI positivo ha dato nuovo slancio alla narrativa di un’inflazione sotto controllo. Eppure i listini hanno subito vendite sui massimi, colmando un gap, prima di rimbalzare in chiusura.
Non è il tipo di price action che tranquillizza, e la pubblicazione del CPI renderà ancora più interessante osservare la reazione del mercato.
Oracle e il “cool PPI”
Oracle mercoledì sera ha mostrato i numeri di una vera “rock star”, con un balzo del titolo del 35%. Alcuni analisti iniziano a ipotizzare che possa diventare la prossima azienda da mille miliardi di dollari, data la solidità delle prospettive.
Il dato più sorprendente riguarda il cloud backlog (RPO), cresciuto del 359% su base annua fino a 455 miliardi di dollari. Il management prevede che possa presto superare i 500 miliardi. Inoltre stima che il fatturato OCI crescerà del 77% quest’anno, raggiungendo i 18 miliardi di dollari, per arrivare a 144 miliardi entro quattro anni.
Numeri impressionanti, che mutano profondamente la capitalizzazione di mercato e non invogliano certo a posizionarsi “short” sul Nasdaq.
Sul fronte macro, i prezzi alla produzione USA sono diminuiti inaspettatamente in agosto: il PPI primario è sceso dello 0,1% rispetto al mese precedente, contro attese di +0,3%, segnando il primo calo mensile da aprile. Su base annua è cresciuto del 2,6% (attese: +3,3%). Anche il PPI “core” ha sorpreso al ribasso, attestandosi al 2,8%.
L’ex presidente Trump non ha perso l’occasione per commentare, scrivendo che “non c’è inflazione!!!” e sollecitando la Fed a tagliare aggressivamente i tassi, non senza definire nuovamente Powell un “disastro totale”.
In attesa del CPI
Il mercato ora guarda al CPI: stime a +0,3% mensile e +2,9% annuo, con il “core” atteso anch’esso a +0,3%. Se il dato ricalcherà la sorpresa positiva del PPI, l’ottimismo potrebbe alimentare nuovi rialzi. In caso contrario, il timore di stagflazione tornerà a dominare.
Secondo il FedWatch, le probabilità attuali sono:
- Settembre – 100% di taglio da 25 bps la prossima settimana; 8% di possibilità per un taglio da 50 bps.
- Ottobre – 75% di probabilità di un allentamento complessivo di 50 bps; 6% per 75 bps.
- Dicembre – 62% di probabilità di essere 75 bps più in basso rispetto a oggi; 5% per un taglio complessivo da 100 bps.
Ora non resta che attendere la pubblicazione del CPI e verificare la reazione del mercato.
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