Wall Street trema: ecco cosa si nasconde dietro il crollo del NASDAQ
I titoli tecnologici, protagonisti di un recente e vigoroso rialzo, hanno subito ieri un brusco arretramento, trascinando i principali indici in pesante perdita. Gli investitori iniziano a interrogarsi sulla sostenibilità del rally, in un contesto caratterizzato dall’impennata della spesa per l’intelligenza artificiale e dal più lungo shutdown governativo della storia statunitense.
Il NASDAQ ha registrato un ribasso del 2,04% (circa 486 punti), chiudendo a 23.348,64. Si tratta del primo calo superiore al 2% dallo scorso 10 ottobre, quando l’indice era sceso di oltre il 3,5%, mentre il presidente Trump tornava a esprimersi con toni duri in materia di commercio con la Cina. Tuttavia, l’indice aveva guadagnato il 4% in ottobre e il 5,6% in settembre: una lieve correzione appariva quindi probabile.
Nel frattempo, l’S&P 500 ha perso l’1,17%, attestandosi a 6.771,55, mentre il Dow Jones è arretrato dello 0,53% (circa 251 punti), chiudendo a 47.085,24.
Lo stato d’animo del mercato può essere esemplificato dall’andamento di Palantir Technologies (PLTR), fornitore di piattaforme software per l’intelligence. L’azienda ha pubblicato lunedì sera risultati trimestrali superiori alle attese, ma il titolo è sceso ieri di quasi l’8%.
Il mercato, in questa fase del trimestre, si mostra estremamente volatile: la valutazione di una società sembra dipendere unicamente dall’ultimo rapporto sugli utili. Nonostante i risultati degli ultimi due giorni siano stati complessivamente positivi, le reazioni degli investitori sono apparse tutt’altro che incoraggianti. La propensione al rischio continua a dominare Wall Street, ma è accompagnata da un diffuso senso di delusione.
Palantir, per esempio, ha registrato una crescita del fatturato del 121% nel settore commerciale statunitense e ha rivisto al rialzo le proprie previsioni. Ciononostante, dopo un’impennata iniziale, il titolo è precipitato, ripetendo lo stesso schema nel corso della seduta di ieri.
Nessun segnale di inversione oggi
Non sembra che la tendenza stia per cambiare. Le azioni di AMD (AMD) sono in calo di oltre il 3% nelle contrattazioni after-hours al momento della stesura di questo articolo, nonostante il principale concorrente di NVIDIA (NVDA) abbia sorpreso positivamente con utili in crescita del 2,6% su un fatturato di 9,3 miliardi di dollari, superiore del 6% rispetto alle stime di consenso. Anche AMD ha fornito previsioni rialziste, ma il mercato resta cauto.
Fra i principali report sugli utili attesi per domani figurano Toyota Motor (TM), AppLovin (APP), McDonald’s (MCD), Qualcomm (QCOM) e Robinhood Markets (HOOD), solo per citarne alcuni.
Il più lungo shutdown della storia
Oggi ricorre il 36° giorno di chiusura delle attività governative, la più lunga mai registrata negli Stati Uniti. È prevedibile che questo tema riceverà ulteriore attenzione, poiché cominciano a emergere conseguenze macroeconomiche negative.
Domani verranno pubblicati alcuni dati significativi, tra cui il rapporto sull’occupazione ADP e l’indice ISM dei servizi.
I venditori tornano a farsi sentire
Nel corso dell’ultimo mese si erano verificati diversi tentativi di correzione: le vendite avevano prevalso per uno o due giorni, salvo poi lasciare spazio a un rapido ritorno dei compratori, che avevano spinto gli indici a nuovi massimi.
La giornata di ieri, tuttavia, si è distinta: sebbene le vendite siano apparse metodiche, i titoli in precedenza più performanti hanno subito gravi ribassi. Di conseguenza, gli indici non sono riusciti a recuperare terreno. L’S&P 500 ha chiuso in calo dell’1,17% e il Nasdaq del 2,07%.
Palantir e la correzione del comparto tecnologico
L’andamento di PLTR appare come la principale causa della correzione. Gli utili sono stati ottimi e le previsioni positive; l’amministratore delegato ha toccato anche temi politici, ma non vi erano motivazioni concrete per vendere il titolo. È probabile, dunque, che si sia trattato di un’ampia presa di profitto dopo una performance brillante. Il titolo è sceso di circa il 10%, trascinando con sé buona parte del comparto tecnologico. I titoli più popolari sono stati sotto pressione per l’intera seduta, mentre i colossi del settore hanno subìto diffuse vendite.
Lo stallo politico e il rischio per le infrastrutture
Lo shutdown governativo è destinato a diventare il più lungo nella storia americana, dopo che l’ennesimo disegno di legge sui finanziamenti a breve termine è stato bocciato al Senato. I repubblicani spingono per riaprire il governo mantenendo gli attuali livelli di spesa, mentre i democratici chiedono che qualsiasi accordo includa fondi aggiuntivi per sanità e programmi sociali.
Con entrambe le parti ferme sulle proprie posizioni, la chiusura raggiunge oggi il 36° giorno, superando il precedente record del 2019. La paralisi inizia a toccare infrastrutture critiche: il Segretario ai Trasporti Sean Duffy ha avvertito che la carenza di personale potrebbe costringere la FAA a chiudere porzioni dello spazio aereo statunitense, causando ritardi e cancellazioni diffuse. Quasi la metà delle principali strutture di controllo del traffico aereo è sotto organico, e circa 13.000 controllori stanno lavorando senza stipendio. L’incertezza crescente grava sia sui lavoratori sia sulle compagnie aeree: più a lungo durerà lo stallo, più gravi saranno le ripercussioni operative ed economiche.
Dazi e poteri presidenziali
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha avviato ieri le discussioni orali in un caso di grande rilevanza, volto a stabilire se Donald Trump abbia agito legalmente nel ricorrere all’International Emergency Economic Powers Act per imporre dazi su vasta scala.
La questione centrale riguarda l’interpretazione dell’autorità conferita dalla legge nel “regolare le importazioni”: essa consente davvero al presidente di imporre tariffe? La decisione potrebbe ridefinire l’equilibrio dei poteri tra Congresso e Casa Bianca in materia di commercio.
Se la Corte si pronunciasse contro Trump, potrebbero essere annullati centinaia di miliardi di dollari di dazi, con possibili richieste di rimborso da parte delle imprese, introducendo un’elevata incertezza nei mercati globali. Se invece la Corte desse ragione a Trump, il potere presidenziale in tema di commercio verrebbe notevolmente ampliato. La sentenza potrebbe arrivare entro la fine del 2025, benché la Corte abbia tempo fino a luglio 2026. Anche qualora questa via legale fosse respinta, il team di Trump dispone di altri strumenti, come il Trade Act del 1974 e il Trade Expansion Act del 1962, per perseguire politiche tariffarie analoghe.
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📅 Aggiornamento al 31 ottobre 2025
Applicando questo approccio ai primi 8 report del 2025, con un capitale totale di 40.000 €, ecco i risultati ottenuti alla chiusura del 31 ottobre 2025:
Report |
Rendimento % |
Guadagno € |
Valore Finale € |
01/2025 |
+72,95% |
+3.647,50 € |
8.647,50 € |
02/2025 | +163,98% | +8.199,00 € | 13.199,00 € |
03/2025 | +5,28% | +264,00 € | 5.264,00 € |
04/2025 | +221,29% | +11.064,50 € | 16.064,50 € |
05/2025 | +39,45% | +1.972,50 € | 6.972,50 € |
06/2025 | +20,33% | +1.016,50 € | 6.016,50 € |
07/2025 | +23,09% | +1.154,50 € | 6.154,50 € |
08/2025 | -4,14% | -207,00 € | 4.793,00 € |
📈 Totale capitale finale: 67.111,50 €
💰 Guadagno netto: +27.111,50 €
📊 Rendimento complessivo: +67,78%
🎯 Come abbonarsi
💰 Prezzo singolo report: 90 €
💎 Abbonamento annuale (12 report): 540 € (45 €/report, sconto del 50%)
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