di Marco Bernasconi – 11 Marzo 2025
• A Wall Street si dice:
"L'investimento di successo è mettere denaro in gioco quando la situazione è favorevole." - Warren Buffet
La pessima performance della scorsa settimana non è stata sufficiente a frenare la fase di svendita, che ieri si è intensificata con un crollo delle azioni. Il NASDAQ ha registrato la sua peggiore sessione degli ultimi 18 mesi, subendo un calo del 4% (quasi 730 punti) e chiudendo a 17.468,32. Questo ribasso ha superato l'intera perdita della scorsa settimana, che era stata del 3,6%.
Tutti i titoli dei Magnificent 7 hanno subito forti perdite, con Tesla (TSLA) in calo di oltre il 15%, azzerando completamente il rally post-elettorale. Ricordi l’impressionante rialzo di 20 giorni di Meta Platforms (META)? Anche quello è svanito, con un calo del 4,4% nella seduta di ieri.
Nel frattempo, gli altri principali indici hanno registrato pesanti ribassi:
- S&P 500: -2,7%, chiudendo a 5614,56
- Dow Jones: -2,08% (circa 890 punti), chiudendo a 41.911,71
Questi cali si aggiungono alle perdite della scorsa settimana, pari rispettivamente al 3,2% per l’S&P e al 2,4% per il Dow. Le azioni hanno recuperato leggermente dai minimi della giornata, ma il mercato rimane in una fase di correzione marcata.
Le cause del crollo: nessuna notizia eclatante, ma un clima di incertezza
Si potrebbe pensare che un calo di queste proporzioni sia stato innescato da notizie particolarmente negative, ma ieri non ci sono stati eventi di tale portata. Tuttavia, il mercato continua a essere influenzato da una combinazione di fattori: dazi, inflazione e timori di recessione, preoccupazioni che persistono da tempo.
Uno degli elementi di tensione è stato un commento del presidente Trump durante il fine settimana: ha dichiarato di essere disposto ad accettare una certa sofferenza sui mercati per raggiungere i suoi obiettivi economici. Questo segna una differenza significativa rispetto al suo primo mandato, quando prestava grande attenzione all’andamento del mercato azionario.
Settimana chiave: inflazione e decisioni della Fed
Nei prossimi giorni, il focus tornerà sui dati economici, con eventi chiave all’orizzonte:
- Mercoledì: pubblicazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI)
- Giovedì: pubblicazione dell’Indice dei Prezzi alla Produzione (PPI)
I recenti report indicano che l’inflazione è rimasta persistente, ma non in crescita. Le aspettative suggeriscono un possibile rallentamento nel mese scorso, il che sarebbe un segnale positivo, soprattutto in un contesto in cui i dazi potrebbero acuire il problema.
Inoltre, oggi saranno pubblicati i dati sulle offerte di lavoro, fornendo un aggiornamento su uno degli elementi chiave del doppio mandato della Federal Reserve: l’occupazione.
Tutto ciò accade proprio nella settimana precedente alla prossima riunione della Fed, prevista per il 18-19 marzo. Secondo il CME FedWatch Tool, c’è una probabilità del 96% che il comitato mantenga i tassi invariati nella prossima riunione. Per quanto riguarda il meeting di maggio, le probabilità di un taglio dei tassi sono attualmente attorno al 50%.
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Cordiali saluti,
Marco Bernasconi Trading
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